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GLI OGGETTI TRANSIZIONALI E IL CIUCCIO

A cura di Morena Drago,

specializzata in pedagogia neonatale e dello sviluppo, consulente per l’abbandono dolce del pannolino e del ciuccio

Avete mai notato se il vostro bambino ha un oggetto al quale è legatissimo e guai a perderlo o a dimenticarlo altrove?!

Un doudou, un peluche, un giochino, una copertina o il lembo di un lenzuolo, un cuscino, un vostro oggetto o molto più semplicemente il ciuccio. Ecco questi sono degli esempi di oggetto transizionale.

Questo concetto è stato studiato dal pediatra e psicoanalista D. W. Winnicott che durante la sua carriera si è concentrato sulla relazione mamma-bambino sin dai primi anni di vita. L’oggetto transizionale è qualcosa di inanimato che il bambino utilizza con frequenza per creare quel senso di attaccamento e appagamento di cui necessita sin da neonato. Inizialmente si può trattare anche di una parte del proprio corpo che vada a soddisfare il bisogno di suzione come ad esempio i pugnetti, le dita, il pollice, in quanto la suzione dona al bambino rilassamento e calma. Queste parti del corpo sono inoltre a portata del bambino, che può esercitare su di esse pieno controllo.

Qualche tempo dopo, quando il neonato ha sviluppato meglio la vista e la capacità di afferrare, incontra il ciuccio o un morbido peluche, o altri piccoli maneggevoli oggetti, che risponderanno al suo bisogno di presenza costante e appagamento tattile, di cui il bambino ha estremo bisogno per poter crescere.

Con questo oggetto il bambino familiarizza e inizia vere e proprie interazioni, delle quali non potrà fare a meno per lungo tempo. Talvolta è il genitore che presenta al bambino un particolare oggetto che, volontariamente o involontariamente, poi diverrà appunto “transizionale”.
Il bambino riesce a creare un legame di attaccamento stretto con questo oggetto, ne ha pieno possesso e lo controlla a suo piacimento. Questa prevedibilità e presenza costante donano le rassicurazioni di cui ogni bambino necessita durante i primi anni di vita.

Se vostro figlio ha un oggetto a cui è legatissimo e senza il quale non può stare, sapete bene quanto sia di vitale importanza per la serenità del bambino (e di tutta la famiglia) averlo sempre a disposizione! Per il bambino è molto più importante di quanto un genitore possa immaginare, fa parte dei suoi schemi comportamentali, pertanto non dovrebbe mai essere cambiato o tolto improvvisamente e neanche usato come punizione o premio. A questi oggetti il bambino rivolge il proprio attaccamento, così come accade con le persone.

Verso i tre anni circa il bambino inizia a provare forte interesse per il mondo circostante, lo vuole scoprire con grande curiosità, a questa età inoltre il linguaggio comincia ad essere un po’ più sviluppato, il bambino inizia a intessere maggiori relazioni interpersonali, sia a livello qualitativo che quantitativo, inizia la scuola dell’infanzia e così aumenta la socialità e le esperienze di socializzazione, conosce coetanei e nuove figure adulte responsive con le quali creare fondamentali e duraturi legami di attaccamento. Molti bambini inizieranno così a provare meno interesse verso quell’oggetto inanimato e la sua prevedibilità (altrettanto inanimata) non regala più quel fascino che prima era irresistibile!

Nonostante ciò non tutti i bambini abbandonano spontaneamente quel caro amico di una vita e il genitore inizia a preoccuparsi, soprattutto se l’oggetto transizionale riguarda il ciuccio o il dito in bocca, che rischiano di intaccare in maniera impattante lo sviluppo della bocca e del linguaggio.mA tal proposito se non l’hai ancora fatto, leggi il nostro articolo “CIUCCIO: ASPETTI EDUCATIVI PER UN UTILIZZO CONSAPEVOLE”.

Arriva un momento in cui i genitori si rendono conto che quell’oggetto che è stato un ottimo alleato per diverso tempo, ora inizia ad essere guardato di traverso, un intruso poco gradito. Quello che devi sapere è che, come per ogni cosa, per raggiungere dei risultati ci vuole tempo e gradualità. Non ha senso far sparire l’oggetto transizionale da un giorno all’altro.

Quanti di noi, ripensando alla propria infanzia, hanno in mente il racconto bizzarro della sparizione del proprio ciuccio!

Queste brusche interruzioni, delle quali molti di noi hanno memoria, andavano più di moda un tempo, quando non vi erano ancora gli strumenti per comprendere il funzionamento dell’essere umano in tutte le sue sfumature e quando ancora non si sapeva quanto le esperienze traumatiche vissute da bambini avessero un impatto irreversibile nella vita adulta.

Se il tuo bambino non ha ancora abbandonato spontaneamente il ciuccio prova a guardare le tue aspettative in modo più realistico, serve tolleranza e pazienza, calma, amore e comprensione.

Probabilmente tuo figlio ha bisogno della tua guida per sperimentare un distacco lento e graduale dal suo amico/oggetto fidato. Dovrà pian piano perdere un’abitudine, che può essere “rimpiazzata” da nuove ed altrettanto appaganti e soddisfacenti routine insieme!

oggetti transizionali