La donazione del sangue del cordone ombelicale è una scelta che ogni futura mamma può fare e non comporta alcun rischio per la sua salute né per quella del neonato.
Si tratta di sangue solitamente scartato (perché rimane all’interno del cordone ombelicale e della placenta) che costituisce una ricchissima fonte alternativa di cellule staminali emopoietiche, fondamentali per la cura di malattie come la leucemia, i linfomi, la talassemia, l’aplasia midollare e le immunodeficienze congenite.
La donazione avviene in forma anonima e gratuita, al momento del taglio del cordone ombelicale, quando il bambino respira già autonomamente.
Tutte le future mamme sono potenziali donatrici, sono però necessari alcuni requisiti:
- Conoscenza della storia clinica dei genitori del neonato e delle rispettive famiglie;
- Assenza del rischio di trasmissione di malattie genetiche;
- Esclusione della presenza di positività e/o rischio di HIV e/o di epatite;
- Certezza che non ci sia nessuna assunzione di farmaci controindicati, abuso di alcol o droghe;
- Aver superato le 37 settimane di gestazione;
- Che il parto avvenga in un punto nascita accreditato al prelievo del sangue cordonale;
- Assenza di sofferenza fetale.
La mamma che manifesta la volontà di donare deve comunicarla all’ospedale nel quale è previsto il parto, firmare il proprio consenso, sottoporsi al momento del parto a un prelievo di sangue e rinunciare a ogni diritto sul sangue donato.
Il prelievo è indolore e avviene in sala parto, raccolto in una sacca sterile, dopo che il cordone ombelicale è stato reciso e clampato.
A sei mesi dal prelievo la mamma e il neonato verranno sottoposti a controlli necessari per confermare l’idoneità del sangue e scongiurare la presenza di eventuali patologie.
Ci sono però anche dei criteri di esclusione dopo la raccolta.
Infatti, vengono conservate solo le sacche di sangue cordonale che contengono cellule sufficienti per un trapianto e che hanno la più alta probabilità di contribuire a risultati clinici di successo.
Circa l’80% delle unità raccolte nei reparti di maternità vengono purtroppo scartate dalle banche pubbliche, perché non contengono un numero sufficiente di cellule, sono state contaminate o hanno perso la vitalità durante il trasporto dal punto nascita alla banca, in base agli standard di qualità stabiliti.
In alcuni casi, previo consenso, le sacche non idonee per la donazione vengono utilizzate per supportare la ricerca scientifica.
Esistono tre possibili vie per la donazione del sangue del cordone ombelicale:
- Donazione allogenica solidaristica: per chiunque ne ha bisogno e risulti compatibile. La conservazione avviene solo nelle banche pubbliche come la Milano Cord Blood Bank o la Pavia Cord Blood Bank.
- Donazione dedicata per un familiare: per curare il proprio bambino o un suo consanguineo (un fratello/sorella), nel caso in cui sia affetto da una malattia per la quale, come previsto dall’ordinanza vigente, “risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’uso di cellule staminali da sangue cordonale”
- Donazione autologa – conservazione privata: per uso personale e dovrà essere obbligatoriamente trasferito all’estero.
Le banche del sangue cordonale in Italia sono 18, distribuite in 13 regioni, ubicate presso ospedali pubblici o privati convenzionati con il Sistema sanitario nazionale. Ad esso fanno riferimento 270 punti nascita attrezzati per la raccolta solidaristica, 40 dei quali operano nelle regioni in cui non è presente una banca cordonale. (fonte https://www.avis.it/)
La legge italiana vieta la donazione autologa verso banche su territorio nazionale.
È consentita nei soli casi in cui tra i consanguinei del nascituro sia presente una patologia per la quale è riconosciuto clinicamente valido e appropriato l’utilizzo terapeutico delle cellule staminali del sangue da cordone ombelicale. In questi casi le cellule staminali vengono conservate gratuitamente nelle banche italiane. (fonte https://www.salute.gov.it/ )
Diversamente è possibile esportare a proprio carico il cordone ombelicale in strutture private straniere.
La donazione del sangue cordonale è un atto solidale e libero che può salvare un’altra vita.
Se tutti decidessimo di donare si moltiplicherebbero le possibilità di poter curare i pazienti che necessitano di cellule staminali emopoietiche.
Le banche pubbliche italiane provvedono a controllare e conservare gratuitamente le unità raccolte per circa vent’anni mettendole a disposizione di qualsiasi paziente.
Il 15 novembre è la Giornata Mondiale del Sangue Cordonale e rappresenta un’importante occasione per porre l’attenzione su questa essenziale risorsa, spesso ignorata, che sta contribuendo a delineare nuove prospettive terapeutiche.