Non abbiamo più tempo, dobbiamo assolutamente dire no ai cambiamenti climatici e batterci nelle scelte di vita quotidiane se vogliamo garantire un futuro ai nostri figli.
Il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, formato da due organismi delle Nazioni Unite (l’Organizzazione Meteorologica Mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) allo scopo di studiare il riscaldamento globale, ha denunciato proprio poco tempo fa che la temperatura della superficie globale si è alzata di 1,1 °C rispetto alla fine del 19esimo secolo, mentre gli attuali livelli di CO2 sono i più alti degli ultimi 2 milioni di anni. La gravità della situazione non è stata ancora capita, per questo serve un enorme balzo in avanti e un cambio di passo culturale fatto di azioni concrete, perché ormai nessun Paese del mondo può ignorare gli impatti catastrofici del cambiamento climatico. Sono milioni le persone già toccate dalla più grande minaccia del nostro tempo e dalle sue conseguenze: carestie, pandemie, povertà, siccità intense, scarsità d’acqua, incendi gravi, innalzamento dei livelli del mare, inondazioni, scioglimento dei ghiacci polari, tempeste catastrofiche e riduzione della biodiversità.
La causa principale dei cambiamenti climatici è l’effetto serra. Alcuni gas presenti nell’atmosfera terrestre agiscono un po’ come il vetro di una serra: catturano il calore del sole impedendogli di ritornare nello spazio provocando il riscaldamento globale.
Molti di questi gas sono presenti in natura, ma le attività umane fanno aumentare le concentrazioni di alcuni di essi nell’atmosfera, in particolare:
- l’anidride carbonica (CO2), il principale fattore del riscaldamento globale
- il metano
- l’ossido di azoto
- i gas fluorurati.
Molte persone pensano che i cambiamenti climatici significhino essenzialmente temperature più elevate. Tuttavia, l’innalzamento della temperatura è solo l’inizio: la Terra è un sistema in cui tutto è collegato e, pertanto, i cambiamenti in un luogo possono, a cascata, influenzare i cambiamenti in tutte le altre.
NOI GENITORI, QUALI SCELTE CONSAPEVOLI POSSIAMO ADOTTARE PER IL RISPETTO DELL’AMBIENTE E DELL’ECOSISTEMA?
Sicuramente ognuno di noi pensa che non siano i singoli a fare la differenza, ma se ognuno, nel proprio piccolo stabilisce delle regole di comportamento, delle routine che implichino il rispetto dell’altro, come essere vivente o sotto forma di ambiente, possiamo davvero portare ad un cambiamento. Quali scelte possiamo fare nei confronti dei nostri figli? Quello di prediligere per i nostri bambini uno stile di vita sano, ricco di interazioni con la natura per avvicinarli al rispetto dell’ambiente, così come prediligere un’alimentazione quanto più attenta e quando possibile a km 0, o ancora prodotti a basso impatto ambientale, prestare attenzione allo sfruttamento della manodopera, preferire prodotti con packaging sostenibile e un abbigliamento biologico, ecologico e che abbia un ciclo di vita lungo. Come? Evitando il fast fashion.
È vero che il fast fashion può anche essere considerato un “processo di democratizzazione” ma per sostenere i ritmi di produzione, questa avviene di solito in Paesi dove il costo del lavoro e della manodopera è molto basso, e quindi, dove i lavoratori vengono sfruttati e sottopagati.
Inoltre il settore dell’abbigliamento emette ogni anno più di un miliardo di tonnellate di gas serra, che rappresentano il 2% delle emissioni totali. In generale, poi, l’industria della moda è una delle più inquinanti verso le risorse idriche. Gli esperti hanno infatti stimato che il 20% dell’inquinamento delle acque nel mondo è proprio causato dal trattamento e dalla tintura dei tessuti. È bene sapere che queste aziende utilizzano un numero significativo di risorse disponibili sul pianeta. Per la realizzazione dei vestiti, le aziende usano molta acqua, circa il 4% dell’acqua potabile disponibile nel mondo (per produrre un paio di jeans serve la stessa quantità di acqua che una persona nel mondo occidentale beve in 3 anni).
Inoltre, l’industria dell’abbigliamento è una di quelle a più alta intensità di elettricità al mondo, perché consuma tantissimo e fa poco uso delle fonti energetiche rinnovabili. Ad oggi, rappresenta la seconda industria più inquinante dopo il petrolio. Questo è dovuto all’utilizzo di pesticidi e agenti cancerogeni utilizzati per la produzione dei tessuti impiegati nella realizzazione degli abiti. Infine, sia le aziende che i consumatori smaltiscono milioni di tonnellate di abbigliamento ogni anno, per non parlare degli effetti negativi sull’ambiente provocati dal trasporto degli indumenti stessi.
A pagarne le sorti, sono i lavoratori, che avranno un salario basso e saranno costretti a lavorare in condizioni più difficili, con minori tutele e luoghi di lavoro consoni senza contatto diretto con le sostanze nocive. E poi, non è preso in considerazione l’impatto ambientale provocato da un sistema produttivo così massivo e veloce.
L’ETICA DI J BIMBI
La sostenibilità ambientale è un principio a cui in J BIMBI® teniamo particolarmente perché ci occupiamo di prodotti per bambini e siamo coscienti che loro sono il futuro e il mondo in cui vivranno sarà quello che gli lasceremo in eredità.
Nessuno è perfetto, e anche noi di J BIMBI® ammettiamo di non esserlo, ma stiamo lavorando ogni giorno per ridurre e arrivare a eliminare tutti gli imballaggi in plastica dei nostri prodotti, sostituendo la plastica con carta e cartoncino possibilmente riciclati o certificati FSC. Gli imballaggi di platica che utilizziamo sono tutti riciclabili e sono stati studiati per essere riutilizzati come contenitori.
Inoltre, promuoviamo il biberon in vetro, perché scegliere un biberon in vetro significa garantire maggiore igiene per i neonati nel corso dei loro primi mesi di vita, quando ne hanno più bisogno e nello stesso tempo ridurre il consumo di plastica, problema che affligge la nostra società e che vale la pena combattere con piccoli gesti come questo.
Infine abbiamo creato un body estensibile da 0 a 3 anni. Qual è la connessione con la sostenibilità?
Sappiamo bene che il quantitativo di body utilizzati, acquistati o comprati di impulso perché belli anche se non necessari è enorme. Ma ne vale la pena visto il ciclo di vita breve dato dalla crescita rapida del bimbo? I body 0-36m fanno la loro parte nella tutela dell’ambiente perché vestendo il bimbo con un’unica taglia diminuiscono la quantità di body necessari durante la sua crescita. In questo modo si risparmiano energia e acqua per la produzione e si limitano i problemi legati allo smaltimento.
Non solo, sono in cotone biologico. Questo in numeri significa:
- Utilizzare il 71% in meno di acqua per la coltivazione, in quanto l’agricoltura biologica sfrutta le piogge naturali e i terreni coltivati biologicamente trattengono fino al 30% in più di acqua.
- Utilizzare il 62% in meno di energia, necessaria per la produzione, rispetto al cotone tradizionale.
- Utilizzare fertilizzanti naturali, che sostengono ecosistemi sani e migliorano la qualità dei terreni.
- Abolire tassativamente pesticidi chimici e prediligere soluzioni naturali che proteggono la salute dei lavoratori, dei terreni e dell’ecosistema evitando inoltre la contaminazione delle acque.
L’IMPORTANZA DELLE CERTIFICAZIONI
L’impatto ambientale è per noi un tema di rilevante importanza. Oggi, in generale i tessuti sono scelti sul criterio del costo e non sull’eventuale danno ambientale per produrli. Non vi è attenzione alle tecniche di produzione, né sulle sostanze chimiche aggressive utilizzate per tingere o produrre i tessuti. L’impatto negativo sull’ambiente deriva soprattutto dall’uso di pesticidi che inquinano i fiumi e i terreni vicini alle fabbriche, e l’applicazione di coloranti tossici o sostanze dannose e aggressive impiegate per colorare o sbiancare i tessuti. I nostri body sono certificati GOTS (Global Organic Textile Standard) in cui viene garantito che non solo utilizziamo fibre naturali provenienti da agricoltura biologica ma anche il processo di tintura si basa sull’utilizzo di prodotti naturali privi di caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche. Anche il cotone biologico è certificato OEKO-TEX, il sistema di test e certificazione per prodotti tessili attraverso la catena di controllo tessile.
Impatto ambientale significa anche rispetto della manodopera e delle condizioni di lavoro. Nella maggior parte dei casi le catene appaltano la produzione ad altre aziende di paesi in via di sviluppo, soprattutto del sudest asiatico e dell’area mediterranea e non hanno controllo dei loro metodi produttivi e delle sostanze utilizzate. L’unico criterio di scelta di questi fornitori è il costo di produzione per essere competitivi, per cui spesso utilizzano manodopera locale, soprattutto femminile, a volte addirittura i bambini, pagata molto poco.
Noi produciamo i body in India perché è il primo paese produttore di cotone biologico (più del 50%) e il loro know-how in materia è elevatissimo. Abbiamo scelto di appoggiarci ad una realtà molto attenta al rispetto della persona e certificata SA 8000. Questo strumento risulta essere efficace in quanto consente, all’organizzazione che lo ha implementato, la corretta gestione e il monitoraggio costante di tutte le attività e i processi che impattano sulle tematiche inerenti alle condizioni dei lavoratori (diritti umani, sviluppo, valorizzazione, formazione e crescita professionale delle persone, retribuzione, orario di lavoro, salute e sicurezza dei lavoratori, non discriminazione, lavoro dei minori e dei giovani, lavoro infantile).
Ci siamo dilungati molto, ne siamo consapevoli ma pensiamo che sia fondamentale fare delle scelte, uscire dalla propria comfort zone e cercare di migliorare, nel nostro piccolo, le abitudini, la vita quotidiana, l’attenzione agli altri e a quello che ci circonda per lasciare un mondo più sano ai nostri figli.
Bibliografia:
https://www.wired.it/article/siccita-acqua-giornata-mondiale-italia-problema/
https://www.tuttogreen.it/fast-fashion/
https://it.wikipedia.org/wiki/SA_8000