07

Ott

COME TOGLIERE IL PANNOLINO

A cura di Morena Drago,

specializzata in pedagogia neonatale, consulente per l’abbandono dolce del pannolino e del ciuccio

Ma davvero il pannolino si può togliere solo d’estate?

Lo spannolinamento è un passaggio obbligato nella vita di ogni bambino e di ogni genitore! Ma per affrontarlo al meglio bisogna sapere che non dovrebbe essere il genitore che decide di punto in bianco e non dovrebbe neanche essere un momento calendarizzato dall’asilo nido.

Innanzi tutto facciamo una piccola ma importante premessa: il termine “spannolinamento” implica che il bambino subisca una decisione altrui, ma in un’ottica in cui ogni bambino è sempre posto al centro di tutto ciò che lo riguarda (e questo non vuol dire che dobbiamo acconsentire a fargli fare sempre e solo quello che vuole, occhio ai fraintendimenti) preferisco invece dire “abbandono del pannolino” o “percorso dal pannolino alla mutandina”, in quanto questa definizione prevede che sia il bambino il protagonista di questo importante cambiamento.

Per far sì che un bambino abbandoni il pannolino con successo bisogna attendere una connessione matura tra cervello, sistema nervoso autonomo e muscoli dello sfintere. E solitamente avviene intorno ai 24 mesi circa. È questa maturazione neurologica che consente al bambino di prendere coscienza delle sue sensazioni corporee e controllare volontariamente gli sfinteri.

Ora che abbiamo compreso questo però, il bello deve ancora venire!

Arriva un momento in cui il bambino ha raggiunto questa fase evolutiva ma… non ce lo dicono esplicitamente con le parole, capirlo spetta a noi! La cosa positiva è che i bambini ci mandano molteplici segnali non verbali, la cosa forse meno semplice è saperli cogliere.

Come accennavo prima, dal pannolino alla mutandina vi è un percorso, che inizia dalla nascita attraverso la preparazione dell’ambiente emotivo e fisico da parte dei genitori, sarà proprio questo a consentire al bambino di vivere serenamente il passaggio al vasino, e si conclude con l’indipendenza dal pannolino.

Ambiente emotivo. È dettato dagli adulti che si prendono cura di lui, soprattutto durante l’igiene intima. Il bambino comprende dal tocco e dalle movenze delicate e lente che la mamma mette in atto con il suo corpo, che è amato e protetto. Quando abitualmente avviene il cambio del pannolino si dovrebbe organizzare un momento calmo e sereno, in cui la mamma gli parla dolcemente, evitando ad esempio di parlare al telefono o interagire con terzi, ma mantenere un contatto visivo, verbale e tattile con il bambino, che sta vivendo un momento delicato in cui il suo piccolo corpicino è messo a nudo, quindi anche più vulnerabile.

Ambiente fisico. A partire dai 12 mesi circa del bambino, iniziate a predisporre tutti gli strumenti che serviranno in un secondo momento l’abbandono del pannolino, acquistando il vasino e posizionandolo in bagno in una postazione per il bambino comoda e accessibile autonomamente. Create un piccolo angolo con libri per bambini proprio su questo tema, affinché possano essere sfogliati a piacimento e iniziare così gradualmente l’educazione al vasino. Coinvolgete il bambino nel reperimento del necessario per il cambio, organizzando un piccolo angolo dove tutto possa essere alla sua portata, e domandategli se vuole partecipare attivamente “Ti va di passarmi il pannolino pulito?”, “Vuoi provare a metterti un calzino”?

Detto questo vi sconvolgerà forse comprendere che il fatidico “momento giusto” non è esclusivamente d’estate, quando fa caldo, il bambino può stare nudo e i panni stesi asciugano in un batter d’occhio, ma può arrivare in un qualunque momento dell’anno, anche nel periodo più freddo e infelice che potessimo temere.

Quali sono dunque i segnali non verbali che dobbiamo cogliere nel bambino? Uno dei segnali principali che ci fa comprendere se vi è la maturazione neurologica sopra citata riguarda proprio salire e scendere scale o gradini autonomamente. Dominare coordinazioni motorie alternate e simmetriche ci fa comprendere che il bambino può essere anche in grado di controllare gli sfinteri, quindi trattenere i propri bisogni per raggiungere il vasino e rilasciare solo dopo essersi seduto.

L’altra componente importante a cui i genitori devono prestare attenzione è la volontà del bambino di voler fare pipì e cacca come mamma e papà, il fratellino più grande o i compagni che hanno già imparato. Arriva un momento infatti in cui l’imitazione di ciò che fanno gli altri spicca in modo prorompente e non ostacolarla è la via migliore per iniziare il percorso verso l’abbandono del pannolino.

Un altro elemento che dobbiamo osservare nel nostro bambino è il fastidio che può esternare ad indossare il pannolino, facendo capire che preferisce stare senza. Alcune volte questo segnale può essere erroneamente interpretato come un capriccio o una disobbedienza al volere dei genitori, invece è il modo in cui il bambino, anche se inconsciamente, ci sta facendo capire che il suo corpo sente che quello che fino ad allora è stato un compagno di viaggio, il pannolino, ora viene percepito come qualcosa di innaturale di cui disfarsi, perché fastidioso (accumula cattivi odori, la maggior parte del tempo rimane bagnato e pesante) ed ostacola i movimenti che via via si fanno sempre più agili e dinamici.

Quando arriva uno di questi segnali, a volte possiamo anche notarli in concomitanza, dobbiamo essere pronti a cavalcare l’onda, coglierli ed assecondare il bambino, in qualunque mese dell’anno ci troviamo, senza pensare “Beh, però aspettiamo l’estate” perché sarà molto più semplice per lui, e anche per chi se ne prende cura, seguire un naturale e spontaneo sviluppo evolutivo. Il bambino sarà propenso ad accogliere i suggerimenti che voi sarete pronti a fornirgli per indicargli il percorso che lo porterà all’abbandono definitivo del pannolino.

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