Se chiudiamo gli occhi e pensiamo agli oggetti comuni legati al mondo della prima infanzia, probabilmente ci verranno in mente succhiotti, body, culle e pannolini.
Il pannolino è un accessorio fondamentale per il neonato ed è la seconda cosa che indossa subito dopo la nascita (solitamente dopo al berrettino posto sulla testina).
La scelta convenzionale al giorno d’oggi è quella del pannolino “usa e getta”, sinonimo di praticità e ricchezza, un ausilio definito indispensabile dai genitori moderni. Se ci pensiamo però, non è sempre stato così, e basterà interrogare qualche nonna o zia di “vecchia generazione” per accorgersi che l’avvento del pannolino usa e getta è davvero recente e possiamo localizzarlo attorno agli anni ‘50/’60, periodo del cosiddetto “boom economico”. Anche all’epoca però erano considerati oggetti “di lusso” e utilizzati solo per viaggi e occasioni speciali e solo negli anni ‘70/’80 diventano alla portata di tutti, riempiendo intere corsie di supermercati.
Eppure, è abbastanza intuitivo se ci soffermiamo anche solo sul nome: Pannolino non è altro che un nome composto “panno di lino”, ovvero l’antenato dei pannolini lavabili dei giorni d’oggi.
Se la storia del pannolino lavabile è dunque vecchia come il mondo (eh già perché i neonati dei nostri antenati avevano bisogno di un pannolino come i neonati di oggi!) e quella degli “usa e getta” è storia recente ma si è fortemente radicalizzata nell’ideale comune del genitore odierno, vale la pena spendere due parole sui pannolini lavabili di nuova generazione.
Per quale motivo una famiglia dovrebbe volgere il proprio sguardo nel panorama dei pannolini lavabili, se quelli tradizionali sono alla portata di tutti?