Una delle prime domande che i neo-genitori ricevono da parenti, amici o semplici conoscenti è “ti dorme?”; questa domanda apparentemente così banale, posta sicuramente con la buona intenzione e un misto di preoccupazione per la coppia, nasconde in realtà una serie di pregiudizi intrinsechi duri a morire.
Sembra quasi che il bambino che dorme sia un “bravo bambino” mentre quello che si sveglia disturbando il sonno dei genitori non lo sia e che vada in qualche modo corretta questa sua predisposizione.
In realtà un neonato nel primo mese di vita dorme anche 18 ore al giorno, però lo fa nel modo ciclico e discontinuo previsto dalla norma biologica.
Ciò a cui pochi genitori sono preparati è che il sonno nei primi 3 anni di vita subisce notevoli cambiamenti, questo significa che non appena sembrerà che il bimbo abbia in qualche modo acquisito un ritmo, esso cambierà nuovamente.
Il segreto per approcciarsi positivamente al sonno del bambino è conoscere le sue fasi e vivere questo periodo senza aspettative, avendo ben chiaro il presupposto per cui un bambino non si sveglia di notte per “farci un dispetto” bensì perché il genitore è la persona grazie al quale lui potrà tornare a riaddormentarsi; sarebbe prematuro aspettarsi una tale autonomia da un bebè prima dei 12 (a volte 24) mesi.