18
Ott
VASINO O RIDUTTORE?
A cura di Redazione J BIMBI,
composta da mamme e redattrici esperte
Lo “spannolinamento” è un momento delicato e importante nella crescita del bambino e i genitori hanno un ruolo attivo in questo passaggio. Un tempo il pannolino veniva tolto molto presto, intorno ai 12 mesi di età, ma con modalità poco rispettose nei confronti del bambino. A partire dagli anni ’60 si diffuse invece un approccio “centrato sul bambino”: i genitori aspettano che il bambino sia pronto, riconoscendo alcuni segnali, prima di procedere al tentativo di togliere il pannolino.
Questa modalità è quella più utilizzata oggi, anche se purtroppo si è allungata tantissimo l’età dello spannolinamento: tendenzialmente i bambini sono in grado di riconoscere gli stimoli e controllarli tra i 18 e i 24 mesi di età, ma spesso si va oltre i tre anni prima di togliere il pannolino. E spesso è un’attività che si cerca di fare in fretta e furia, perché il bimbo a tre anni deve iniziare la scuola materna e il pannolino, che prima era dato per scontato, diventa un problema da eliminare.
La fretta e la mancata consapevolezza sono due grandi errori: togliere il pannolino non è solo un gesto pratico, ma fa parte di un processo di crescita e consapevolezza che un bambino ha diritto di vivere con i suoi tempi. Educare alla conoscenza e alla cura del proprio corpo, all’autonomia, scoprire la dimensione dell’intimità, la capacità di ascoltarsi, sono obiettivi educativi di largo respiro che sono legati al togliere il pannolino.
UN APPROCCIO LENTO E GRADUALE AL GABINETTO
Il segreto del successo è quindi legato al modo in cui ci si prende cura del bambino fin dalla nascita e comunque a partire dai 18 mesi: ogni momento di cura del corpo (bagnetto, vestizione, cambio del pannolino) può diventare occasione per spiegare al bambino cosa si sta facendo e per renderlo consapevole delle sensazioni corporee (hai fatto la cacca, adesso ti cambio). Inoltre il bambino può familiarizzare con il gabinetto molto presto, anche se porta ancora il pannolino. Ci sono infatti segnali inequivocabili che un bambino stia facendo la cacca e che ogni genitore conosce (si nasconde, la faccia diventa rossa, fa strane smorfie, fa sempre la cacca dopo i pasti…).
Quando è possibile i genitori dovrebbero portare il bambino sul gabinetto e abituarlo all’uso. Mal che vada sarà un momento di gioco con il genitore ma spesso ci si accorgerà che la cacca verrà fatta proprio nel vater. Questo non significa “togliere il pannolino” ma dare modo al bimbo di abituarsi a un’attività quotidiana e familiare fin da subito. Anche farsi vedere mentre si va in bagno è una buona abitudine: i bambini cercano sempre di imitare i genitori.
Il riduttore si inserisce sicuramente meglio del vasino in questo percorso graduale di avvicinamento al gabinetto, perché permette al bimbo di fare come i grandi e sedersi direttamente sul vater.
Si elimina inoltre un passaggio, evitando di dover poi effettuare un altro processo dal vasino al vater. Ma, come sempre quando si parla di bambini, ogni bimbo è a sé e ha le sue necessità e i suoi tempi, per cui per alcuni può essere meglio fare un passaggio sul vasino: il vasino è alla portata del bambino, può essere sempre lasciato a disposizione e può essere utilizzato in autonomia.
Chi volesse utilizzare direttamente il riduttore ma senza sacrificare l’autonomia del proprio figlio, può mettere uno sgabello vicino al vater che aiuti il bambino a salire da solo, oppure può cercare riduttori con il gradino, che rendono il bambino perfettamente autonomo.
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